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L'ottavo re, il ritorno del papato e il nuovo ordine mondiale

Fa riferimento a questo articolo il testo del libro: Quando la profezia diventa storia di A. Pellegrini e prenderemo in esame un brano di Apocalisse 17 che sembra essere un enigma, profezie della bibbia infatti si pone l'obbiettivo  di studiare e interpretare queste profezie, con questa semplice riflessione che condividiamo con chi ci segue : ci hanno detto che la base della nostra fede è la Bibbia? allora andiamo a vedere su questi temi cosa essa ci dice e se troviamo un riscontro nel passato e nell'attualità. Lo facciamo in maniera laica anche perchè come detto in precedenza, sembra che ci siano proprio delle conferme in questo periodo storico che stiamo vivendo, ma anche seguendo un filo logico della storia. Allora secondo il nostro parere su questi temi che vengono dibattuti il riferimento più antico dove cercare di comprendere il significato è la Bibbia , se ci facciamo caso anche le più moderne interpretazioni o rivelazioni religiose comunque fanno riferimento ai personaggi che noi conosciamo come Gesù, Maria e gli apostoli santi ecc. ma ripetiamo sempre che questi vengono proprio dalla Bibbia che secondo noi dovrebbe essere l'unica norma interprete per capire quali siano le rivelazioni corrette e quali invece non lo sono. 

Fatta questa premessa andiamo a leggere quindi il capitolo tratto dal libro di A.Pellegrini che a noi sembra essere davvero in linea per l'interpretazione corretta dell'ottavo re che viene dai sette come specificato in Apocalisse.17:9  Leggiamo il testo guida.

 Qui sta la mente che ha sapienza: le sette teste sono sette monti, sui quali la donna siede, e sono anche sette re; cinque sono caduti, uno è, l'altro non è ancora venuto; e, quando verrà, dovrà durare poco.  E la bestia che era e non è più, è anch'essa un ottavo re, viene dai sette e se ne va in perdizione. Le dieci corna, che hai visto, sono dieci re i quali non hanno ancora ricevuto il regno, ma riceveranno potestà come re, per un'ora, insieme alla bestia. Essi hanno un unico scopo e daranno la loro potenza ed autorità alla bestia   

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Il profeta, servendosi di una figura letterale detta sineddoche che dà all’insieme il nome di una delle sue parti, chiama bestia anche la settima testa. L’espressione bestia viene presentata con due differenti significati:

- forma generica per indicare: potenza, re, regno, impero;    per indicare una delle fasi della storia universale, cioè una delle teste. Riteniamo che il testo  

biblico ci presenti diversi particolari:  manifestazione della VII testa, ultima fase della storia universale con la bestia che sale dall’abisso;- nel tempo della VII testa, riapparizione della bestia, che ha esercitato il suo potere politico-religioso attraverso i secoli e viene considerata come un ottavo re, perché è uno dei sette che ritorna, dopo la sua guarigione dalla ferita mortale, si propone come guida e risolutrice dei problemi dell’impero dei latini e del mondo,  esercitando il potere che aveva  quando era una delle sette teste: la quinta;

-al tempo della VII testa, le dieci corna riceveranno potere, autorità come quella di re, creando una confederazione di Stati,  in concomitanza con il ritorno della bestia, che aveva esercitato il suo dominio nel passato, al tempo della V testa, che si presenta come ottavo re;

- questa confederazione, alleanza  di Stati con la bestia sarà di brevissima durata, un’ora;

- la bestia, quale ottavo re, fallirà nelle sua opera alleata con le nazioni europee le quali, come reazione, odieranno la donna e la distruggeranno. Le corna che indicano gli Stati europei, Giovanni non le vede incoronate, come erano state descritte in precedenza al capitolo XIII, quando rappresentavano le monarchie europee regnanti durante il  Medio Evo. Esse devono ricevere in futuro la loro “potestà come re”, al tempo della settima testa, “che ha da durare poco”, quando il potere che ha dominato nel passato - al tempo della V testa, governando per 1260 anni, caratterizzando con la propria autorità la storia -  si presenterà al tempo della settima testa per esercitare ancora  il suo potere per un breve spazio di tempo: “un’ora”.

La bestia. per esprimere la VII fase della storia universale, deve salire dall’abisso.

Il testo di Giovanni presenta questa bestia in tre momenti:

- capitolo XIII:   essa sale dal mare;

- capitolo XI:     sale dall’abisso;

- capitolo XVII: sale dall’abisso.

   Nel capitolo XIII dell’Apocalisse, come era anche stato per le quattro bestie di Daniele capitolo VII, gli imperi si costituiscono sorgendo dal mare, cioè a seguito di guerre, di invasioni militari di un esercito che s’impossessa di un’altra nazione, di spostamenti di popoli. Il testo di Apocalisse ci dice che “la bestia sale dal mare” e noi abbiamo identificato questo periodo storico con le invasioni dei barbari che si sono spostati con i loro eserciti e popoli invadendo e prendendo possesso ed estendendosi  sul territorio dell’antico Impero Romano. 

Nel capitolo XI, la bestia sale dall’abisso, e noi abbiamo condiviso la spiegazione che colloca questa nuova situazione storica alla fine del XVIII secolo, a seguito della Rivoluzione francese, quando la Francia si era ridotta ad essere un “abisso” socio-politico-religioso-morale, cioè una nazione resa ingovernabile ed in uno stato di squilibrio.

         Se Giovanni nel descrivere la bestia del capitolo XVII avesse detto che sarebbe salita dal mare, gli studiosi avrebbero potuto metterla in relazione con gli avvenimenti bellici della prima o, ancor di più, con la seconda guerra mondiale durante la quale gli eserciti delle Nazioni combattenti come una marea si sono estesi, penetrando in tanti Paesi, invadendoli per conquistarli o per difenderli e liberarli.  L’apostolo nel nostro testo parla di “abisso”. Cioè di una situazione di grande crisi economica, sociale e politica.

   “Essa deve risalire dall’abisso”, questo sottintende che essa è di già salita una volta. Lutero traduce qui: “Das Tier wird wiederkommen aus dem abgrund - la bestia ritornerà fuori dall’abisso” per ben indicare che questo ritorno è una resurrezione. Non troviamo forse qui una indicazione che ci fa comprendere che si tratta d’un potere che ha di già lasciato nella storia dei popoli una traccia? si domanda C. Gross”.[1] C. Gross, o.c., p. 25.

L’impero sovietico si è disgregato a seguito di una situazione economica e sociale non più sostenibile. La caduta del muro di Berlino ha cambiato il volto della vecchia Europa, facendo emergere, portando a conoscenza una situazione di ingovernabilità.

    Come la Francia, nel XVIII secolo,  una nazione dell’Ovest del territorio dell’Impero Romano, definita dal testo sacro una delle piazze[1] della “grande città, che impera sui re della terra”,[2] cioè una dei  dieci regni che si sono costituiti in seguito allo smembramento dell’impero dei latini, così la ex Jugoslavia, che costituiva all’Est il territorio di frontiera dell’Impero Romano, è stata, negli anni ‘90 del XX secolo, la nazione, il territorio, che già era in una situazione economica e sociale difficile  dopo il crollo del socialismo reale, è caduta, a causa della guerra civile e senza l’invasione di altri popoli, in uno stato di abisso tale che richiederà qualche secolo per risollevarsi.[1]     Apocalisse 11:8. [2]     Apocalisse 17:18.

Con la situazione che si è venuta a creare alla fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90, l’Europa si è venuta a trovare in un tornante storico impensabile ed inimmaginabile. Avanziamo l’ipotesi che tale situazione europea realizzi questa pagina della profezia.

La futura confederazione degli Stati europei

    Al tempo della settima testa, le parole di Giovanni non ci presentano le nazioni dell’Europa come delle monarchie, dei regni, come nel passato.

“Le dieci corna che hai vedute sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potestà, come re, assieme alla bestia, per un’ora”.[1]

L. Gaussen nel 1849 insegnava che questi Stati, regni  “senza corona”, sono dei “re cittadini”, cioè dei regimi a potere sì centralizzato, come lo erano quelli delle monarchie, ma senza essere dei regni, sebbene a loro somiglianti.

Il de Rougemont scriveva nel 1874: “Le dieci corna che l’angelo mostra a Giovanni sono i dieci regni e popoli, vecchi di quindici secoli, che la bestia del mare portava sulla sua quinta testa. Ma questi regni sono stati rovesciati dalle rivoluzioni... Tuttavia, sussistono come nazioni sotto i governi repubblicani o altri e stanno per rialzarsi. Essi non hanno ancora, dice l’Angelo, preso (ripreso) la regalità, ma riceveranno presto la potenza come re (in quanto re o come delle ombre di re) per una sola ora con l’ottava bestia... ”[1] F. de Rougemont, o.c., p. 324. [1]  Apocalisse 17:12.

Jean Vuilleumier nel 1938 commentava: “Non è fare violenza al testo concludere che le dieci vecchie monarchie o repubbliche... subiranno una trasformazione interiore che porterà il potere tra le mani di governi d’eccezione, di dittatori non coronati, senza diritto ereditario, ma godendo di una autorità fatta contemporaneamente di audacia e di genio”.[1]

    L’espressione “potestà, come re” è tradotta “potestà di re”, “potere come re”.[1] Vuilleumier, o.c., pp. 315,316.

Nel tempo della settima testa una nuova era è iniziata per l’Europa. Gli stati rappresentati dalle dieci corna, sotto la dittatura del partito o di una persona, o con una autorità fortemente centralizzata, simile a quella delle monarchie, nel nome della democrazia o della sovranità del popolo o personale, manifesteranno il nuovo potere di re nel XXI secolo.

Gli squilibri politici, economici, sociali,  ambientali che travagliano l’Europa ci autorizzano ad affermare che il tempo per questa nuova fase del nostro Vecchio Continente può essere vicino. La figura del papato ha una tradizione secolare di autorità sui popoli, la più lunga della storia, esprime da tempo il suo impegno, il suo interesse in favore della persona sul piano morale, spirituale e sociale, dei suoi diritti, degli ideali di giustizia, di solidarietà, di libertà, delle problematiche dell’ambiente, in una parola di tutto ciò che riguarda la vita della comunità. La crisi del Vecchio Continente porterà all’unione dei vari Stati dell’Europa con il potere religioso per gestire una situazione economico-sociale-morale difficile. La storia ci insegna che il potere ecclesiastico è sempre riemerso nel dissesto sociale dei popoli.

Quindi nel tempo della settima testa, o ultima fase della storia universale, la Santa Sede riprenderà il suo potere presentandosi come l’VIII re, perché è un re che ha dominato nel passato, viene dai sette, è la bestia stessa, descritta al capitolo XIII nelle cui mani gli Stati Europei consegneranno il potere, ritentando l’esperienza medioevale in cui Roma con il suo Vescovo era a capo del mondo.

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Il papato estende nuovamente il suo potere politico e religioso sugli Stati europei che glielo riconferiscono

“La bestia che era, e non è, è anch’essa un ottavo re, e viene dai sette (è uno dei sette), e se ne va in perdizione. Le dieci corna... riceveranno potestà, come re, assieme alla bestia per un’ora. Costoro hanno uno stesso pensiero e daranno la loro potenza e la loro autorità alla bestia”.[1]

 

 L’abate Joseph Maître così spiegava: “Il Profeta, dopo aver parlato di sette teste, ne segnala una ottava, ma questa ottava non è pertanto nuova. Essa è di già apparsa nel passato. È una delle sette di cui è stata fatta menzione precedentemente”.[1]     Apocalisse 17:11,13. [2]     J. Maitre, o.c., pp. 407,408.

I1 pastore A. Reymond scriveva: “L’ottava è dentro ai sette. Si possono capire in due modi queste parole. O “uno dei sette” ... o “egli proviene dai sette” è il risultato della concentrazione del loro spirito arrogante e persecutore, il riassunto delle apparizioni precedenti. Quest’ultima interpretazione presenta più di una analogia con la maniera di Daniele di riunire nella IV bestia i diversi tratti delle precedenti e ne aggiunge altri”.[1]

 Riteniamo che queste due spiegazioni non siano opposte, ma complementari.

 Nell’ottavo re, che è uno dei sette che ritorna, si concentra tutto ciò che ha caratterizzato lo spirito delle sette monarchie.

 Giovanni presenta nell’ottavo re il risveglio della bestia, la riapparizione dell’Anticristo, onnipotente nel Medio Evo, nella sua nuova veste di potenza politica[1]     A. Reymond, o.c., t. II, p. 59.

Edmond Louse giustamente scrive: “La bestia si presenta come l’ottavo re ma è già stato uno dei sette e deve tornare alla fine del mondo”.[1]

Questo ottavo re è la bestia del capitolo XIII di Apocalisse che è stata ferita a morte alla fine del XVIII secolo e con l’unità del nostro  Paese quando il Governo italiano gli tolse gli Stati Pontifici e Roma divenne la capitale d’Italia. Dopo l’inizio della guarigione, con il Concordato del 1929, questo potere si manifesterà in tutta la sua influenza  alla fine dei tempi, completamente guarito e meravigliando il mondo che, subendo il suo fascino, la sua influenza e il suo potere secolare, l’onorerà.[1]     LOUSE Edmond, L’Apocalisse di Giovanni, ed. Paoline, p. 165.

Questo ottavo re è la forma finale che assumerà l’Anticristo forte di tutte le sue secolari influenze. K. Auberlen scriveva: “Bengel, al quale, malgrado tanti errori, non si può rifiutare l’istinto profetico, non si è sbagliato quando ha annunciato che Roma si rialzerà ancora e raggiungerà un alto grado di splendore e di influenza. Io sono sicuro, dice Spener, che prima che il giudizio supremo cada su lei, la Babilonia romana ricupererà tutta la sua antica potenza io credo che, intimiditi dalla sua grandezza e terrorizzati dalla sua crudeltà, la maggior parte dei popoli che hanno scosso il suo giogo da duecento anni, se lo caricheranno una seconda volta”.[1]     K. Auberlen, o.c., p. 311.

Non dobbiamo intendere questo periodo in senso profetico (un giorno = un anno), ciò corrisponderebbe a quindici giorni, periodo troppo breve, neppure sufficiente per eseguire qualunque legge: ma semplicemente come un tempo relativamente corto.

La ripresa del potere da parte dell’Anticristo e la consegna nelle sue mani delle sorti dell’Europa sarà anche sollecitata dal falso profeta, gli Stati Uniti d’America, i quali, per la soluzione dei loro problemi, hanno creato nel loro paese una teocrazia protestante a imitazione di quella papale medioevale, facendo “un’immagine della bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita”. Inoltre “faceva sì che la terra e quelli che abitano in essa adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata sanata”.[1]     Apocalisse 13:14,12.

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“Costoro (le dieci corna) hanno uno stesso pensiero e daranno la loro potestà e la loro autorità alla bestia”. Il de Rougemont commentava già nel secolo scorso: “Le dieci corna avranno uno stesso pensiero, uno stesso interesse. Si legheranno contro il pericolo comune e cercheranno da ogni parte con angoscia una roccia irremovibile sulla quale appoggiarsi. Crederanno d’averla trovata nell’uomo del peccato, il cui genio sovrumano li riempirà di fiducia. I dieci re diverranno così vassalli dell’ottavo re”.[1][1]     F. de Rougemont, o.c., p. 324.

I governanti europei gli daranno il potere perché saranno stati anche sedotti dalla sua abilità nell’essere riuscita ad unire, alleare a sé tutte le Chiese non cattoliche, sue figlie, dopo una secolare separazione.

      Henri Spaak, il primo a lanciare i piani del Mercato Comune, e segretario generale della NATO, ha dichiarato: “Noi non vogliamo più comitati. Ne abbiamo troppi. Ciò di cui abbiamo bisogno, è un uomo di una statura sufficiente per chiedere l’obbedienza di tutti e farci uscire dall’abisso economico nel quale ci stiamo infossando. Trovateci questo uomo, e ch’egli si chiami Dio o diavolo, noi lo riceveremo”.[1]

      Questo uomo si presenterà e l’Apocalisse ce lo anticipa, ma sarà il luogotenente di Satana che organizzerà il mondo nella sua ultima rivolta contro Dio e nel nome dell’Eterno.

      Di colui che ora occupa il seggio papale, il teologo cattolico Hans Küng scriveva su Le monde del 17 ottobre 1979: “...La sua attività intensa a Roma e più ancora le sue tournées trionfali in Messico, Polonia, Irlanda e negli Stati Uniti l’hanno fatto conoscere al mondo come un campione della pace, dei diritti dell’uomo, della giustizia, ma anche d’una Chiesa forte... Per alcuni, nella Chiesa, è di già diventato un oggetto di culto, quasi un nuovo messia per il nostro tempo... A dispetto dei limiti personali inevitabili, il papa risplende di una autentica umanità. Conosce il mondo tale quale è, con i suoi orrori e i suoi abissi, con i suoi splendori e le sue miserie, e cerca di dire sì a tutto ciò che vi si trova... Ha coraggio e dà coraggio agli altri uomini, anziché avvertirli soltanto e riprenderli. Non vuole essere autoritario, ma ha autorità: non soltanto una autorità formale, giuridica, istituzionale, ma anche personale, reale e carismatica”.[1]

Un elemento forte della Confederazione degli Stati europei è quell’unione spirituale che ha unito i popoli nel Medio Evo: una religione comune, un cristianesimo apostata.

      L’Europa che nasce dalle macerie della seconda guerra mondiale, per una ironia della storia, pensa all’unità dei vari Stati. I suoi ideatori sono: Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Konrad Adenauer. “Sono tutti e tre cattolici praticanti e professano, in politica, ideali che s’ispirano al cristianesimo sociale. Nei rispettivi paesi, Italia, Germania e Francia, sono i leaders, i capi carismatici dei partiti popolari che s’ispirano a questa dottrina politica: la Democrazia Cristiana; l’Unione Democratica Cristiana; il Movimento Repubblicano Popolare”.[1]

Luigi Mistrorigo, a conclusione del suo libro L’Europa unita, sotto il titolo Quale Europa? scrive: “(L’Europa) deve soprattutto mostrare il suo vero volto: quello che esce dalla sua lunga storia, dalla sua civiltà cristiana e dal suo umanesimo laico”.

      In un tempo in cui il vescovo di Roma sarà allo zenit della sua influenza, non bisogna essere profeti per credere che l’Europa politica gli potrà chiedere di essere, quale capo spirituale del mondo religioso, il presidente della confederazione dell’Unione Europea.[1]

                In quel tempo anche negli Stati Uniti d’America la religione svolgerà un ruolo importante nell’unire il Paese per far fronte a degli squilibri sociali. Si  creerà ciò che Giovanni chiama “l’immagine della bestia” cioè un sistema di vita simile a quello che ha caratterizzato l’Europa nel Medio Evo, quando i re e i principi, pur in lotta tra di loro, per interessi e aspirazioni diverse, erano pur tuttavia sotto la stessa autorità religiosa che stabiliva le norme ed era a guida del bene comune.

      Sarà in quel tempo che il popolo di Dio annuncerà con forza il terzo messaggio di Apocalisse XIV: “Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà anch’egli del vino dell’ira di Dio, mesciuto puro nel calice della sua ira”. Sarà il tempo in cui i credenti annunceranno anche: “Caduta, caduta è Babilonia la grande... Uscite da essa o popolo mio affinché non siate partecipi dei suoi peccati e non abbiate parte alle sue piaghe”.[1]

 

 

 

 

 

 

 Una nuova fase della storia europea

Fin quì il testo preso in esame dal libro : Quando la profezia diventa storia di A.Pellegrini di seguito il link per leggere l'intero libro https://www.andreacalegari.eu/adeliopellegrini/quando-la-profezia-diventa-storia/

Per sintetizzare quanto detto in precedenza le profezie quindi annunciano che alla fine dei tempi Roma tronerà al centro della scena insieme all'America, quello che comunemente viene chiamato un nuovo ordine mondiale , sarà la ripresa del potere del pontefice romano che tornerà ad avere l'autorità di imporre la sua religione, spesso in contrasto con la Bibbia.

L'europa potrebbe consegnare questo potere appunto dopo un periodo di sconvolgimento, morale economico (forse quello che già stiamo vivendo?) . Da questo periodo il papato trarrà beneficio per portare alla sottomissione spirituale imponendo quello che comunemente viene chiamato il "marchio della bestia" un tema importante che rimandiamo il lettore su questo punto , possiamo solo anticipare che il marchio della bestia riguarda i comandamenti di Dio in contrasto con quelli manipolati appunto dal papato.

A riguardo di una autorità pubblica mondiale , si sono pronunciati diversi papi in precedenza, ma riassumiamo e confidiamo nell'intelligenza del lettore nel comprendere quali siano le mire Vaticane invitando a leggere le dichiarazioni di BENEDETTO XVI nella sua enciclica CARITAS IN VERITATE al paragrafo 67: Di fronte all'inarrestabile crescita dell'interdipendenza mondiale, è fortemente sentita, anche in presenza di una recessione altrettanto mondiale, l'urgenza della riforma sia dell'Organizzazione delle Nazioni Unite che dell'architettura economica e finanziaria internazionale, affinché si possa dare reale concretezza al concetto di famiglia di Nazioni. Sentita è pure l'urgenza di trovare forme innovative per attuare il principio di responsabilità di proteggere [146] e per attribuire anche alle Nazioni più povere una voce efficace nelle decisioni comuni. Ciò appare necessario proprio in vista di un ordinamento politico, giuridico ed economico che incrementi ed orienti la collaborazione internazionale verso lo sviluppo solidale di tutti i popoli. Per il governo dell'economia mondiale; per risanare le economie colpite dalla crisi, per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire la salvaguardia dell'ambiente e per regolamentare i flussi migratori, urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale, quale è stata già tratteggiata dal mio Predecessore, il Beato Giovanni XXIII. Una simile Autorità dovrà essere regolata dal diritto, attenersi in modo coerente ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, essere ordinata alla realizzazione del bene comune [147], impegnarsi nella realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale ispirato ai valori della carità nella verità. Tale Autorità inoltre dovrà essere da tutti riconosciuta, godere di potere effettivo per garantire a ciascuno la sicurezza, l'osservanza della giustizia, il rispetto dei diritti [148]. Ovviamente, essa deve godere della facoltà di far rispettare dalle parti le proprie decisioni, come pure le misure coordinate adottate nei vari fori internazionali. In mancanza di ciò, infatti, il diritto internazionale, nonostante i grandi progressi compiuti nei vari campi, rischierebbe di essere condizionato dagli equilibri di potere tra i più forti. Lo sviluppo integrale dei popoli e la collaborazione internazionale esigono che venga istituito un grado superiore di ordinamento internazionale di tipo sussidiario per il governo della globalizzazione [149] e che si dia finalmente attuazione ad un ordine sociale conforme all'ordine morale e a quel raccordo tra sfera morale e sociale, tra politica e sfera economica e civile che è già prospettato nello Statuto delle Nazioni Unite.

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